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Comune di Lanuvio

Le ville suburbane dell'ager Lanuvinus

L’odierno centro urbano di Lanuvio insiste sul sito dell’antico Lanuvium, ben identificato quest’ultimo grazie alle testimonianze di Strabone e di Appiano.

L’ antico ager lanuvinus doveva coprire un’estensione di ca. 70 km2 rispetto ai 44 km. del moderno comune di Lanuvio; l’antica città confinava a Nord con il territorio di Aricia (od. Ariccia), ad Est con Velitrae (od. Velletri), ad Ovest con Ardea e di nuovo con Aricia, mentre a Sud si spingeva fin verso i territori di Antium (od. Anzio) e Satricum (od. loc. Le Ferriere nella pianura pontina).

Il soggiorno, specialmente nella parte collinosa a nord della città, dove emergono resti cospicui di impianti residenziali di età romana, fu caro agli antichi, così come si riscontra per molti siti dei Colli Laziali, considerati eccellenti località di otium.
Tutto ciò si determinò sia per la favorevole posizione delle colline lanuvine, poste di fronte al mar Tirreno, sia per la salubrità del clima, tanto apprezzato e lodato dall’imperatore Marco Aurelio, che qui risiedeva, per la freschezza delle ultime ore della notte.
Per il fatto poi che sui pendii dei colli lanuvini si potessero comodamente costruire le ville ed i predii e praticare l’agricoltura con successo, questi vennero regolarizzati, secondo l’uso di allora, mediante ampi terrazzamenti, particolarmente nel versante Est del colle sul quale sorse l’antica città.

Nelle opere di Svetonio, Cicerone, Giulio Capitolino abbiamo dei cenni su alcuni proprietari di ville nell’ager lanuvinus anche se oggi, purtroppo, ci sfuggono gli elementi per poterne identificare l’ubicazione, ad eccezione della villa imperiale degli Antonini (per approfondimenti sulle fonti antiche e per un inquadramento generale si veda: L. Attenni, Frammenti d’Affresco con scene d’iniziazione dionisiaca, Velletri 2002, p. 11 ss.).

Nella lettera XIII, 46 inviata da Cicerone ad Attico, l’oratore attesta con sicurezza l’esistenza di un “lanuvinum L. Cornelii Balbi (Majoris) et M. Aemilii Lepidi”; sempre Cicerone ci informa che dopo la morte di Cesare, avvenuta alle idi di marzo del 44 a.C., il cospiratore M. Giunio Bruto si era recato nella sua villa lanuvina per poter controllare lo svolgersi delle vicende, sperando che avvenisse, in suo favore, un mutamento dell’opinione pubblica.
Ancora da Cicerone, infine, proviene la notizia della nascita del celebre pantomimo Roscio “in Solonio, qui est campus agri Lanuvium”, da padre plebeo addetto ai lavori agricoli in quel fondo; è ignoto a chi appartenesse la proprietà, in cui la famiglia era dipendente e dove l’attore trascorse l’infanzia.
Da Svetonio sappiamo che Augusto “ex secessibus praecipue frequentavit maritima insulasque Campaniae, aut proxima Urbi oppida, Lanuvium, Praeneste, Tibur”. Giulio Capitolino ci testimonia che Aurelio Fulvo, padre dell’imperatore Antonino Pio, fosse proprietario di una villa nel territorio di Lanuvium, dove vi nacque, il 19 settembre dell’anno 86 d.C., lo stesso Antonino.
Successivamente Elio Lamprido testimonia invece che nel 31 agosto del 161 d.C. Annia Faustina, figlia di Antonino Pio e moglie di Marco Aurelio, vi dette alla luce col gemello Antonino, poi morto a 4 anni, Commodo, più tardi imperatore, che vi dimorò spesso e combatté nell’anfiteatro di Lanuvium come gladiatore.

Un’ultima notizia, sebbene indiretta, proviene dall’attestazione a Lanuvium nel 202 d.C. di una vexillatio di vigili: istituzione finalizzata alla tutela dell’ordine pubblico, che normalmente si attuava nei luoghi di residenza degli imperatori (p. es. ad Ostia). È quindi possibile che la villa, dopo la morte di Commodo nel 192 d.C., continuò ad essere frequentata per lo meno fino al principio del III secolo.
L’identificazione sul terreno della villa imperiale si basa sulla presenza di ruderi sparsi su una estensione notevole a destra della via Appia, al XVIII-XIX miglio da Roma; nello stesso sito, assieme ad altre sculture, si sono ritrovati nel 1701 dei busti raffiguranti personaggi della famiglia degli Antonini. È noto infatti come simili proprietà fossero dislocate generalmente soprattutto lungo le varie arterie stradali, che a Lanuvium si componevano della via Appia e della cosiddetta Ardeate-Lanuvina e via Astura, insieme ai loro diverticoli.

Il complesso residenziale imperiale si estendeva per un’area molto ampia a sud dell’Appia antica, che si poteva raggiungere per mezzo di un diverticolo con andamento NO-SE, recentemente tornato in luce a seguito di lavori di sbancamento per la costruzione di un quartiere di edilizia popolare.
La Villa degli Antonini è a tutt’oggi l’unica che presenti sul terreno delle prove che conducono alla sua identificazione con un complesso noto dalle fonti letterarie.