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Comune di Lanuvio

Publio Sulpicio Quirino – Console romano

Publius Sulpicius Quirinius (c.45 a.C. – 21 d.C.) . Nato nel municipio di Lanuvio da famiglia ricca ma senza vantare alcun senatore o magistrato.

Senatore romano e console nel 12 d.C. sotto Ottaviano Augusto, famoso come legato della Siria. Sulpicio Quirino è uno dei personaggi più famosi dell’antica Roma poichè nel 6 a.C., legato di Augusto in Siria, organizzò un censimento della Giudea e questo momento storico è quello dell’inizio dell’era moderna con la nascita di Gesù di Nazareth.

Questo episodio è ricordato nel vangelo secondo Matteo:

“ In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.”(Matteo 2,13,7)

Sotto Ottaviano Augusto aveva ottenuto il trionfo per aver espugnato le fortezze omonadensi in Cilicia, era poi stato consigliere di Gaio Cesare quando questi governava l’Armenia.

La sua ascesa avviene quando Ottaviano Cesare Augusto per far fronte ai complessi problemi di ordine pubblico, alle continue rivolte ed all’intolleranza delle popolazioni della Palestina verso i romani, cambiò strategia decidendo di riunire le varie città della Giudea, della Samaria e della Idumenea in una unica provincia con capitale Cesarea ed unita alla Siria, che fu affidata come legato a Sulpicio Quirino.

La sua carriera pubblica (conosciuta) inizia nel 15 a.C. quando Augusto lo nomina proconsole della provincia di Creta e Cyrenaica e si può supporre che per avere questa carica, quasi sicuramente aveva avuto queste funzioni ed aveva ricoperto ruoli nella gestione dell’impero romano precedentemente. Diciamo questo perché era impossibile ricoprire la carica di proconsole a meno che non si avesse servito l’impero come pretore, e per avere l’incarico di pretore si doveva aver raggiunto un’età di circa trenta anni e di essere stato tribuno militare, magistrato o questore.

In Cyrenaica, Sulpicio Quirino combattè con successo contro i Garamanti, una tribù del deserto del Sahara libico che abitava al sud di Carene, e per questo fu accolto a Roma come un eroe di guerra. Nel 12 a.C fu nominato console, la carica più importante nell’impero – dopo l’imperatore naturalmente.

Dopo questo successo, Augusto nominò Quirino legato della Galizia e della Pamphylia (Turchia centrale).

Sulpicio Quirino fu un comandante estremamente capace e i suoi successi nel Sahara non furono fortuiti, così divenne un personaggio fidato dell’imperatore Cesare Augusto.

Durante i primi anni della nostra era, Quirino ebbe il ruolo di rettore (guida) di Gaio Cesare, nipote di Augusto e suo successore designato. Il giovane doveva visitare le province orientali ed imparare qualcosa circa il governo. Partì da Roma il 29 gennaio. (fra gli ufficiali che lo scortavano c’erano lo storico Velleius Paterculus, Marcus Lollius e Seianus, il futuro prefetto pretoriano ed avvelenatore di Tiberio).

Quirino fu probabilmente presente quando Caio incontrò Phraataces re dei Parti su un’isola nel Eufrate e fu uno dei consiglieri militari di Caio quando invase l’Armenia. Purtroppo, il giovane venne ferito e morì.

Augusto designò Tiberio come suo successore e quasi immediatamente, Quirino, venne nominato legato della Siria, una delle province più importanti dell’impero, e comandante delle quattro legioni (III Gallica, VI Ferrata, X Fretensis, XII Fulminata).

La popolazione della Giudea, era irrequieta, l’etnarca Erode Archelao, aveva governato in modo pessimo il suo regno e nel 6 a.C., Augusto, lo mandò in esilio in Gallia.

La Giudea diventò così una parte autonoma della provincia romana Siria, regolata da un prefetto. A Sulpicio Quirino fu ordinato di organizzare la riscossione della nuova tassa – fino ad allora era stata pagata in natura – e con il censimento che organizzò, agli abitanti fu richiesto di dichiarare la loro proprietà in soldi.

Nell’anno 14 d.C. l’imperatore Augusto muore e gli successe Tiberio, Sulpicio Quirino è ormai un uomo anziano e molto ricco che ha acquisito molta influenza sui poteri romani. Fu sposato due volte, prima con Appia Claudia e quando era ormai anziano con Aemilia Lepida figlia del triumviro Lepido che era stato Pontefice Massimo di Roma.

Nell’anno 20 d.C. Aemilia Lepida rimase incinta sostenendo che il legittimo padre era Quirino, questi negò ritenendolo impossibile. Questa vicenda ci viene narrata da Tacito negli Annali.

Alla sua morte, nel 21d.C., la dinastia si interruppe non avendo avuto figli, né con Aemilia Lepida, né con Appia Claudia.

L’imperatore Tiberio ne pronunciò la lode funebre, come riporta Tacito:

“48. In quel torno di tempo, chiese al senato che, per la morte di Sulpicio Quirinio, fossero celebrati funerali di stato. Quirinio non ebbe nulla a che fare con l’antica famiglia patrizia dei Sulpicii, perché era nato nel municipio di Lanuvio; ma la sua efficienza militare e lo scrupoloso esercizio delle sue funzioni gli erano valsi il consolato sotto il divo Augusto e poi le insegne trionfali, dopo l’espugnazione delle fortezze degli Omonadesi in Cilicia; quindi, assegnato come consigliere a Gaio Cesare nel governo dell’Armenia, aveva reso omaggio anche a Tiberio, al tempo del suo ritiro a Rodi. Questo allora Tiberio rammentò in senato, con parole di lode per le cortesie ricevute e con espressioni di rimprovero per Marco Lollio, al quale imputava di aver suscitato la discordia e l’avversione di Gaio Cesare nei suoi confronti. Ma il ricordo di Quirinio era tutt’altro che gradito agli altri per l’azione intentata, come già ricordato, contro Lepida e per la sua vecchiaia sordida e prepotente.”