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Comune di Lanuvio

La Villa in località Crocette

In località Crocette, all’interno dell’azienda agrituristica il Giardino di Giupi, si conservano importanti strutture, in opera reticolata, pertinenti ad un impianto residenziale databile nella sua prima fase ad età tardorepubblicana.
Di questo impianto, noto già da uno studio del Galieti(1), resta un ambiente con pianta  ad “L” in opera reticolata e con copertura a volta, la cui funzione non è stata ancora del tutto chiarita.
Attigui alla struttura di età romana con pianta ad “L” si trovano, inglobati all’interno di un casale ottocentesco, altre porzioni di muro in opera reticolata che vennero utilizzati come fondazione del casale.
Le strutture in opera reticolata, pertinenti allo stesso impianto residenziale, si conservano per circa un metro di altezza su tutti e quattro i lati del casale e la loro datazione va fatta risalire, con buona probabilità, alla metà del I sec. a.C.. 
 

1) A. Galieti, La villa in località “Crocette”, in C. Lampe-R. Mammucari, Arthur John Strutt, pittore a Roma e archeologo a Lanuvio, Velletri 1987, p. 33 ss.

 

L’abitazione romana Box

 

La forma più comune di impianto residenziale in età romana è quello che prevede una struttura composta da un protyrum, l’ingresso aperto sulla via, dal quale si accede all’atrium – il primo cortile a cielo libero – o al cavaedium – il cortile coperto – attorno al quale sono disposte le stanze destinate alla vita sociale e agli ospiti, i locali per gli schiavi, i depositi per le provviste, gli ambienti di servizio e la cucina.
Al centro dell’atrium, a causa dell’inclinazione delle falde del tetto, si trova una larga apertura quadrata, detta compluvium , che fa convergere l’acqua piovana nell’impluvium, il bacino di forma regolare posto al centro del cortile stesso.
Dall’atrio, attraverso le fauces, le porte di accesso, si entra nel peristylium, il cortile più interno e più grande, centro della vita familiare, attorno al quale si trovano i cubicula (le camere da letto), il triclinium (la stanza da pranzo), il tablinum (la sala di ricevimento) e l’edicola dedicata al culto dei Lari e dei Penati.