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Comune di Lanuvio

Lucio Elio Stilone Preconino – Scrittore e filologo romano

Elio Stilone Preconino nacque a Lanuvio (Lanuvium) verso il 150 a.C., fu il maestro e il fondatore della filologia a Roma, e sicuramente veniva come scuola di pensiero dalla stoico-pergamena e dall’alessandrina.

Fu maestro di Terenzio Varrone (116-27 a.C.); con rigore critico si valse dei metodi greci per indagare notizie, caratteri stilistici, documenti letterali e pre-letterali e l’autenticità di opere di poeti antichi.
Commentò Le leggi delle XII Tavole e il Carme Saliare e trattò il problema critico del teatro di Plauto.

Fu grande amico di Q. Cecilio Metello Numidico, tanto che quando questi fu esiliato a Rodi nel 100 a.C., egli lo seguì: “……a Roma la cultura retorica e letteraria aveva ormai fatto passi da gigante. A cavallo fra il I° e il II° secolo a.C., grandeggia la figura del maestro di Varrone Reatino, L. Elio Stilone Preconiano di Lanuvio, il quale, essendo di parte aristocratica, nel 100 a.C. volle addirittura accompagnare in esilio a Rodi Q. Metello Numidico, colui che Mario aveva soppiantato nel comando della guerra Giugurtina…..” (Paratore: Storia della letteratura Latina)

Scrisse un Commentarium de proloquiis, partecipò alla disputa tra analogisti e anomalisti schierandosi dalla parte dei primi, che proclamavano l’affinità e la sistematicità dei fenomeni grammaticali ripudiando il concetto di eccezione.
Fu amico dei più illustri personaggi dell’epoca e conservò ottimi rapporti con il Circolo di Lutario-Catullo.

Nel 90 a.C. fu maestro di Cicerone.

Una curiosità, soprattutto considerando la concezione del potere in quella epoca, fu il fatto che Stilone al termine “maestro” diete una concezione del tutto personale (moderna diremmo) : “….. un insegnamento formale, tanto nella letteratura quanto nell’arte oratoria latina, fu dato dapprima verso l’anno 104 a.C. da Lucio Elio Preconiano da Lanuvio detto Stilone – l’uomo dallo stilo -, distinto cavaliere romano e di principi conservatori, che in mezzo a uno scelto gruppo di giovani, tra i quali Varrone e Cicerone, leggeva le opere di Plauto e di altri simili, e si prestava con questi lavori ad aiutare i suoi amici. Stilone insegnava letteratura e retorica come fa un vecchio amico dei giovani e non come un uomo prezzolato, a disposizione soltanto di chi lo paga.” (Momensen. Storia dell’Arte)