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Comune di Lanuvio

Mons. A. Galieti

Alberto Galieti nacque a Civita Lavinia nel 1882; compiuti gli studi ecclesiastici fu ordinato sacerdote nel 1905, divenne prima cappellano dell’oratorio dell’Immacolata, poi Canonico della Collegiata. Il vescovo, apprezzando la sua vasta e profonda cultura lo nominò segretario della Commissione Diocesana per l’Arte Sacra e Direttore della Biblioteca Vescovile.
Di carattere semplice e cordiale, non utilizzò mai il titolo di Monsignore. 
Dopo l’istituzione nel Regno d’Italia della nuova figura di Ispettore Onorario della Sovrintendenza ai Monumenti e Scavi, il 27 luglio 1907, il Galieti fu  chiamato poco dopo a ricoprire questo incarico. Ricordiamo che negli stati preunitari, la tutela dei cosiddetti beni culturali era svolta centralmente, solo nello Stato Pontificio e nel Regno di Napoli; negli altri Stati c’erano solo musei, accademie, ed altre istituzioni locali che raccoglievano reperti storici e pubblicavano scoperte archeologiche, spesso anche con grande professionalità.
Dopo l’unità d’Italia, la materia Beni Culturali fu affidata, nel 1875, ad una direzione generale presso il Ministero della Pubblica Istruzione e articolata in Sopraintendenze territoriali; le vecchie istituzioni locali non furono soppresse ma, furono limitate nella loro autonomia, specialmente per quanto riguarda la possibilità di conservare i reperti localmente; ben presto si appalesò l’incapacità dello stato centrale, di poter tutelare capillarmente il territorio, sia per l’ estensione, sia per la mancanza di personale, sia per l’abbondante quantità di materiale archeologico che via via veniva alla luce. Si pensò, per ovviare a ciò, di estendere l’azione delle sopraintendenze, creando una rete di Ispettori Onorari, scelti tra persone che, per professione, cultura o per passione, si interessassero ai beni colturali.
Nel 1912, il direttore delle Antichità e delle Belle Arti, Corrado Ricci riunì in un congresso questi Ispettori e, ne elogiò l’importantissimo ruolo nella salvaguardia del patrimonio archeologico. Galieti rappresentava il prototipo di questi ispettori che, spesso lavoravano contro tutto e tutti, in generale per mancanza di sensibilità e cultura specifica, ma anche per interesse: in primis i tombaroli che saccheggiavano i reperti traendone vantaggi economici svendendo opere ai privati, poi i costruttori che consideravano i reperti Archeologici un ostacolo e non una opportunità, e spesso distruggevano quanto portato alla luce, nel timore che i lavori potessero essere bloccati.(1)

Il primo lavoro scientifico del Galieti compare nel 1909 nella rivista: ”L’arte di Adolfo Venturi” con uno studio in cui rievoca la storia della Chiesa Medioevale di Civita Lavinia; tutta la produzione scientifica successiva, è stata di argomento archeologico e storico con particolare riguardo all’area dei castelli romani (Lanuvio, Genzano, Nemi, Albano, Ariccia, Bovillae, Maecium, Velletri, ma anche Ardea, Cisterna di Latina), spaziando dalla  storia della Repubblica romana del 1798, alla storia dei Colonna, dalla battaglia di Lepanto, alla storia dei Cesarini, dalla storia della diocesi suburbicaria di Albano, alla storia delle religioni con i culti pagani, dallo studio dell’infiorata di Genzano, alle società di assicurazione dell’antica Roma, pubblicando su prestigiose riviste nazionali ed internazionali anche in lingua francese e tedesca.
In particolare a Lanuvio non tralasciò lo studio di nessuno dei reperti archeologici, Tempio di Giunone Sospita, Tempio di Ercole, Via Astura, ville suburbane dei colli circostanti, collaborò alla realizzazione della Guida dei dintorni di Roma redigendo sia quella  relativa a Lanuvio e a Genzano, studiò le Catacombe di Albano si interessò di Arte sacra ad esempio con lo studio del Calvario del Gaulli nella Collegiata; Lanuvio in particolare deve moltissimo al Galieti: tutta la sua storia specialmente quella relativa al periodo medioevale, sarebbe rimasta nell’oblio più assoluto se non avesse fortunatamente trascritto e studiato alcuni degli importantissimi documenti medioevali di Lanuvio (purtroppo solo una parte) presenti nell’archivio storico lanuvino, andato completamente distrutto durante il secondo conflitto mondiale.
Tra le scoperte archeologiche più importanti, la tomba di un nobile guerriero latino del V sec. trovata nel 1934 e portata al Congresso Nazionale di Studi Romani l’anno successivo, quasi unica nel suo genere, fornendo un contributo fondamentale alla conoscenza dell’armatura dei Prisci Latini. (2)

Per tale produzione scientifica fu nominato corrispondente dell’Istituto Archeologico Germanico e Socio della Regia Società Romana di Storia Patria. Ricevette molte onorificenze tra la quali: Cameriere segreto sopranumerario del Papa, Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.  
Possedeva una grande biblioteca andata quasi completamente distrutta durante il secondo conflitto: prima dai tedeschi che la gettarono dalla finestra (vi è la testimonianza di un salesiano laico, il Signor Francesco che ne raccolse una grossa parte semidistrutta, e la mise al sicuro nell’istituto dei Salesiani che successivamente la riconsegnarono a Galieti, poi vi fu il bombardamento successivo, che distrusse quasi completamente Lanuvio compresa la sua abitazione. Il  suo ultimo lavoro rimasto incompiuto, era relativo alla storia omnia di Lanuvio purtroppo la morte sopraggiunse nel 1954 e gli appunti sono andati in parte dispersi. (1-3)
Al Galieti si deve inoltre la creazione del museo lanuvino nell’edificio comunale (anche se del museo lanuvino ne parla Tomassetti già dal 1882); fu infatti dietro il suo impulso che il 12 Gennaio del 1913, il Comune di Civita Lavinia, mediante una delibera di Consiglio Comunale mise a disposizione i locali al pianoterra del Municipio per istituire un Museo Civico con la denominazione di Museo Lanuvino. In quell’occasione il Comune si interessò anche dell’impiantistica e dello stanziamento di £. 300 per la manutenzione e l’incremento della raccolta.(4)

 

COLINI A.MARIA, Don Alberto Galieti (1882-1954),in <<Archeologia e Società>>, a. II Gennaio- Febbraio 1976, pp. 40-43.
FREZZA S., Lanuvini nella Storia, Lanuvio 2003, pp.103-107
MERCURI E., Lanuvio nella sua storia, A. GALIETI, Guida e scritti, Editrice del Carretto, Roma,1979, pp. 90-93.
DI MARIA TERESA D’ALESSIO,CECILIA D’ELIA et. alt.. Ai confini di Roma: Tesori archeologici dai musei della provincia, Gangemi Editore 2010, p. 175.